03/09/2012

La Galleria Rubin incontra Elise Valdorcia

Incontriamo Elise Valdorcia alla galleria Palazzo Dugnani di Robecco sul Naviglio dove si è da poco conclusa la mostra “Incredibile Carta” in cui era protagonista insieme ad altri quattro artisti.
Nonostante il cognome italianissimo, Elise, che ha quarantatre anni, è nata, vive e lavora in Francia.
In uno degli ampi saloni del palazzo sono schierati i lavori in cartapesta dell’ artista parigina: figure corrose e distorte di angeli e santi , inquietanti teschi e opere più legate a un repertorio decorativo che ci fanno pensare a sassi e meduse.
La carriera di Elise si discosta non poco da quella dei precedenti artisti che abbiamo intervistato. Il punto di partenza, nel suo caso, è l’arte applicata, in una formazione che si precisa fin dai primi anni di studio. Non frequenta, infatti, un accademia di Belle Arti ma una scuola di arti e mestieri, la “Ecole d’Art Appliqué les Buttes Chaumonts” per quattro anni.
In seguito va a bottega a Firenze, nell’atelier “Bartolozzi e Maioli”, dove impara la finitura a foglia d’oro e d’argento.
Al termine di questo periodo di studio, per cinque anni Elise gestisce una galleria d’arte molto particolare, dove raccoglie e rivende oggetti e mobilio antichi. Si interessa anche a oggetti d’arte contemporanei, “purchè abbiano una storia da raccontare” e in quel periodo le viene spesso richiesto di “antichizzare” manufatti moderni perché possano essere inseriti in contesti storici.
A quell’epoca incontra anche il suo futuro marito, che è un eccellente ebanista, e insieme formano una formidabile squadra di decoratori. Aprono uno studio nel Marais e, qualche anno più tardi si trasferiscono a Saint Remy, in Provenza. Qui fondano un laboratorio in cui rispondono a numerose committenze private ed Elise perfeziona il suo linguaggio artistico al di fuori dal classico circuito delle gallerie d’arte.
Le rivolgiamo alcune domande per meglio comprendere le sue ambizioni nell’arte contemporanea e altre, più tecniche, sull’uso della cartapesta.
Come mai l’artigianato è poco considerato nell’arte contemporanea e la definizione “artigiano” suona quasi riprovevole rivolta a un artista?
L’errore che molti fanno è di confondere l’alto artigianato artistico con il bricolage.  Nella mia scuola si era ammessi in pochissimi e ancora meno riuscivano a terminare gli studi per l’estrema perizia che dovevano dimostrare. Il vero artigiano somiglia più a un ingegnere che a un’artista concettuale e questo convincimento pervade il mio metodo che parte sempre dal materiale da lavorare, mai dall’idea astratta dell’opera finita.
Io mi chiedo sempre: “sarà possibile ottenere ciò che voglio a partire da questo pezzo?” e cerco di approfondire ogni aspetto che mi consente di verificare la fattibilità del mio progetto. Se non c’è una via, rinuncio. Senza quest’umiltà e impossibile ottenere risultati significativi in ambito artistico.
Veniamo alla cartapesta. Lei ha una ricetta particolare?
Beh, naturalmente  c’è la carta che io raccolgo in maniera metodica e maniacale. Mi piacciono le carte che sono ammuffite, corrose, consunte perché desidero che anche le mie sculture lo siano. Aggiungo al mio impasto vecchi nastri e tessuti sminuzzati che danno maggiore consistenza e il prodotto finale può far pensare a materiali più nobili. Molte persone, picchiettando sulla superficie mi hanno chiesto: “è bronzo?”
Usa una colla?
L’impasto è di per sé abbastanza appiccicoso, comunque aggiungo una piccola quantità di colla di coniglio naturale.
Elise, per aumentare la diffusione delle opere d’arte è importante la riproducibilità. Ci ha mai pensato?
No, io non potrei lavorare in serie. Penso che ogni lavoro che esce dalle mie mani abbia una sua anima e se fosse riprodotto perderebbe questa caratteristica.
Si, capisco, ma proviamo a immaginare un scenario in cui le volte di questo palazzo siano decorate con questi piccoli putti che lei ha scolpito. Si potrebbe fare uno stampo per ottenere un simile risultato?
Temo di no.  La carta si incollerebbe alle pareti dello stampo. Comunque lei solleva un interrogativo interessante. Cercherò di affrontarlo…….

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