24/08/2021

Al Museo della carta di Mele per lasciarsi affascinare dall’antico splendore della cultura cartaria genovese

La nascita di un foglio di carta fatta a mano è un evento che lascia sempre a bocca aperta. Un rito fatto di movimenti attenti, un esempio di artigianalità, frutto di un patrimonio di conoscenze che si è accumulato nel corso dei secoli. E pensare che già in passato, diciamo fino all’Ottocento, per la fabbricazione della carta si utilizzavano materie prime di recupero, in particolare stracci di fibra tessile (cotone, lino, canapa). Materiali di poco valore? Non proprio, visto che poi il risultato finale è una piccola opera d’arte.

È proprio il fascino della carta a mano ad “andare in scena” nel museo della carta di Mele, nell’entroterra del ponente genovese, a pochi minuti di auto dal quartiere di Voltri. Inaugurato nel 1997, il museo è situato all’interno dell’antica cartiera Piccardo, costruita intorno alla metà del Settecento, una delle poche a rimanere attiva nella valle del Leira fino agli anni Ottanta del secolo scorso (la cartiera ha chiuso i battenti nel 1985).

Oltre ad offrire la possibilità di ammirare i vari passaggi del processo produttivo, la visita del museo permette di ripercorrere la storia della manifattura cartaria genovese e di comprendere il forte legame che unisce la carta a questo territorio. Non tutti sanno infatti che Genova è stato uno dei più importanti poli produttivi della carta non solo in Italia, ma in Europa.

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L’industria cartaria nella Repubblica genovese comincia a muovere i suoi primi passi nel XV secolo. Gran parte degli opifici si concentra nelle valli intorno alla cittadina di Voltri. Perché qui? Due sono gli elementi chiave. Il primo è naturale: l’entroterra di Voltri è ricco di acqua ed è percorso da venti che favoriscono l’asciugatura lenta e uniforme dei fogli, quando vengono stesi dopo essere stati pressati.

Il secondo fattore è squisitamente umano, ed è la mentalità imprenditoriale. La presenza del vicino porto di Genova, diventato un importantissimo crocevia di scambi commerciali in età rinascimentale, da una parte garantisce l’accesso a prezzi competitivi alla materia prima (ossia gli stracci) proveniente da tutto il bacino mediterraneo, dall’altra contribuisce alla formazione di un ceto mercantile dinamico e pronto a cogliere le opportunità di profitto offerte dalla carta.

Il mercato chiede prodotti di qualità, e Genova risponde. Nel corso del Cinquecento il numero delle cartiere raddoppia: da 29 nel 1544 passano a 63 nel 1612. Grazie anche alla perizia dei mastri cartai, Voltri diventa un centro specializzato per la produzione della carta fatta a mano di fama internazionale. In un territorio dove vivevano circa 3 mila abitanti, si stima che all’inizio del XVII secolo oltre un terzo della popolazione fosse impiegato direttamente nel ciclo della carta.

La peste del 1656 segna una battuta d’arresto, ma a questa “crisi” segue poco dopo una nuova fase espansiva della manifattura della carta genovese: nel 1694 a Voltri si arriva a contare oltre 100 cartiere funzionanti. Tuttavia, con l’avvento della rivoluzione industriale, cioè alla fine del Settecento, la musica cambia. E questa volta definitivamente. Si diffondono le nuove tecnologie, la concorrenza estera aumenta sia sul piano della qualità sia su quello dei prezzi, la manifattura genovese comincia a mostrare segni di appannamento. A partire dalla metà dell’Ottocento il principale distretto cartario ligure ha ormai intrapreso la strada del tramonto e diventa sempre più marginale rispetto ad altre aree della produzione cartaria nazionale (come la Toscana, per esempio).

La tradizione cartaria sopravvive però a Mele, dove ancora nel 1907 sono attive 37 cartiere di piccole-medie dimensioni, e circa una dozzina rimangono in funzione fino agli anni Settanta del Novecento. Ed eccoci ritornati alla ex Piccardo, al nostro Museo della carta. Dietro a questo percorso lungo più di cinque secoli, dietro al prestigio dell’arte cartaria genovese, c’è il lavoro di uomini e donne. E luoghi come i musei, che hanno il compito di custodire i saperi coltivati nel tempo da una comunità, sono là a ricordarcelo ogni giorno.

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Info utili

Museo della Carta

Piazza della Croce, 1 - 51017 Località Pietrabuona, Pescia (PT)

Orari: aperto lunedì, mercoledì e sabato 10:00 – 18:00

Telefono: + 39 0572 408432

Posta elettronica: segreteria@museodellacarta.org

Per ulteriori informazioni: https://museodellacarta.org/

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