In un’occasione di rilevanza internazionale, il Consorzio propone una riflessione sui molteplici usi della carta durante il primo grande conflitto Mondiale
A distanza di 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale che con le sue atrocità ha lasciato un segno indelebile nella storia, nelle giornate del 19, 20 e 21 luglio si tiene una commemorazione ufficiale sul Monte Pasubio, al confine tra le province di Vicenza e Trento. Alla presenza di istituzioni ed artisti internazionali, l’evento, denominato “Nuova luce” e supportato da Comieco è occasione per dare vita ad una manifestazione culturale in cui si incontrano varie forme d’arte, eventi, mostre e concerti, ma anche attività legate al territorio e all’enogastronomia.
In questo contesto Comieco propone una riflessione su quella che è stata definita la “documentalità”, ovvero una serie di scritti, simboli e oggetti in carta di quel periodo, che divennero un punto cardine dell’identità sociale ed individuale della nazione. Nell’opuscolo “La Carta e la Guerra”, distribuito nei luoghi dell’evento, il Consorzio ripercorre le varie forme in cui la carta divenne a quei tempi un supporto fondamentale nella costruzione del nuovo Stato italiano. Dalla carta stampata (come i giornali di propaganda, i fumetti a tema bellico, le carte geografiche usate al fronte e gli imballaggi alimentari decorati con motti patriottici) a quella manoscritta (le lettere e le cartoline spedite da e verso il fronte, le testimonianze sul conflitto, i fogli di chiamata o congedo per i soldati), questi documenti divennero l’essenza dei legami sociali, ma anche una delle più importanti chiavi di lettura della storia contemporanea.
La carta non smette mai di evolversi e reinventarsi, divenendo persino una delle opere esposte durante la manifestazione: l’inedita "Guerra alle guerre", realizzata in cartone riciclato dall’artista Marco Nereo Rotelli, tra gli organizzatori dell’evento. Si tratta di una finestra poetica, progettata con gli architetti Simona Bertoletti, Filippo Cavalli, e Margherita Zambelli che, riprendendo un verso del poeta Edoardo Sanguineti "guerra alle guerre", interpreta la visione del mondo contro ogni guerra.