15/05/2025

La Foresta siamo noi

Suzanne Simard, scienziata canadese, ha dedicato la sua vita professionale allo studio delle micorrize: reti invisibili di radici e funghi che collegano gli alberi tra loro e permettono lo scambio di nutrienti, acqua, segnali d'allarme e perfino memoria. È attraverso queste connessioni che le piante comunicano, si sostengono, si proteggono, ad esempio gli esemplari più vecchi e robusti nutrono i più giovani, li aiutano a sopravvivere e li avvisano del pericolo e addirittura trasferiscono ai più giovani parte del proprio carbonio poco prima di morire.

Da questa prospettiva, che ha suscitato grande attenzione ma anche un acceso dibattito scientifico, emerge una visione potente: la foresta è un organismo collettivo e interdipendente, dove cooperazione e resilienza contano quanto – se non più – della competizione.

La metafora che ci guida

L'economia circolare autentica non vive solo di tecnologie o di numeri. Si fonda su un'idea culturale: quella di rigenerare, condividere, restituire. È un'economia che si alimenta di fiducia, che valorizza ciò che si tiene in vita – non ciò che si consuma e si scarta.  Per questo la metafora della foresta ci accompagna. Perché racconta un modello in cui gli scarti nutrono, le risorse circolano e la forza risiede nei legami.

Un anniversario collettivo

Oggi, da quarantenni, possiamo dirlo con soddisfazione: la costruzione del sistema e la sua crescita è stato possibile solo grazie a un ecosistema di oltre 7.500 Comuni convenzionati, cittadini, scuole, aziende e istituzioni con cui abbiamo intrecciato le nostre radici.

Solo così oggi l’Italia raccoglie in modo differenziato oltre 3,7 milioni di tonnellate di carta e cartone, con un incremento del 126% rispetto al 2000. Il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici con oltre il 90% ha superato in anticipo l'obiettivo europeo fissato per il 2030 (85%), così come emerge dal Bilancio e Piano Specifico di prevenzione approvati nell’Assemblea dei Consorziati che si è tenuta ieri. Numeri che raccontano risultati, certo. Ma ancora di più raccontano connessioni. Perché, come in una foresta, ogni nodo ha un ruolo. E ogni ruolo conta.

Più di un bilancio, sfide condivise

Ci sono territori che corrono, altri che faticano – come alcune aree del Sud, dove ancora oggi circa 400.000 tonnellate di imballaggi in carta sfuggono alla differenziata. Ci sono sfide urgenti, come il miglioramento della qualità del materiale raccolto o la progettazione di imballaggi sempre più riciclabili. Ma non basta elencarle: serve affrontarle insieme, con strumenti, risorse e visione.

Ed è qui che si fa sentire la presenza degli "alberi madre" del nostro sistema: soggetti pubblici e privati che, con infrastrutture, esperienza e responsabilità, si fanno carico della crescita altrui. Non per protagonismo, ma per equilibrio. Non esistono modelli perfetti. Ma esistono visioni che orientano. E oggi, più che fare un bilancio, vogliamo offrire una direzione. Perché il riciclo resti un gesto culturale, ambientale e relazionale.

Comieco è nata con questa missione e oggi sappiamo che crescere non significa celebrare traguardi. Crescere significa assumersi nuove responsabilità. E come fanno gli alberi madre, sentiamo il dovere di sostenere chi viene dopo, di trasmettere forza, esperienza e cura. È questo il senso più profondo di un sistema che vuole durare: farsi carico degli altri, non per generosità, ma per intima consapevolezza di farne parte.

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