09/10/2020

Cresce del 6,8% la raccolta differenziata in Sardegna

Nel 2019 raccolte oltre 96 mila tonnellate di carta e cartone. Ogni cittadino ha contribuito avviando a riciclo in media 58,2 kg/anno di carta e cartone. In provincia di Sassari 1/3 della raccolta complessiva (33.475 tonnellate raccolte, pari a 67,7 kg pro-capite). Oltre 3,29 milioni di euro i corrispettivi riconosciuti da Comieco ai Comuni in convenzione. Una ricerca condotta da Astra per Comieco conferma l’attitudine verso la raccolta differenziata: l’84% degli intervistati sardi dichiara di farla “sempre/spesso”

La Sardegna nel 2019 ha raccolto 96.831 tonnellate di carta e cartone, pari a una media pro-capite di 58,2 kg, con un incremento su base annua del +6,8% rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dalla 25a edizione del Rapporto annuale diffuso da Comieco
Rispetto al 2018, anno in cui la raccolta differenziata in Sardegna era pari a 90.701 tonnellate, nel 2019 sono state raccolte e avviate al riciclo 6.130 tonnellate di carta e cartone in più, un incremento notevole indice di un sempre più evidente impegno degli abitanti nel corretto conferimento dei rifiuti” - afferma Carlo Montalbetti, Direttore Generale Comieco. “Comieco ha gestito direttamente 62.646 tonnellate in forza delle convenzioni stipulate con i Comuni che, di ritorno, hanno ricevuto 3.298.842 euro in corrispettivi economici.”

I dati per provincia

Tra le cinque province sarde, quella con il maggior quantitativo di carta e cartone raccolto è risultata Sassari con 33.475 tonnellate, pari a una media pro-capite di 67,7 kg. Al secondo gradino si colloca Cagliari con 24.950 tonnellate e una raccolta pro-capite di 44,4 kg, mentre al terzo posto si trova la provincia Sud Sardegna con 17.515 tonnellate e 76,8 kg pro-capite.
Scendendo dal podio troviamo Nuoro con 11.855 tonnellate e 54,9 kg pro-capite, e, infine, Oristano con 9.036 tonnellate e 55,6 kg pro-capite.

Un’attitudine sempre più diffusa in Sardegna

L’aumento in termini quantitativi della raccolta di carta e cartone registrato in Sardegna nel 2019 va di pari passo con la maggior attenzione dei sardi nei confronti dell’ambiente e della sostenibilità, trend che emerge non solo dal Rapporto Annuale di Comieco ma anche da una ricerca demoscopica commissionata dal Consorzio all’istituto Astra Ricerche all’inizio del 2020. 
A fronte di una preoccupazione per le tematiche ambientali a livello mondiale sentita dall’82% dei sardi, la maggior parte di essi si impegna nell’assunzione di comportamenti sostenibili (70%).
La pratica della raccolta differenziata, principale esempio di comportamento sostenibile, viene svolta “sempre/spesso” dall’84% degli intervistati mentre l’autovalutazione della propria bravura nell’effettuarla si attesta su 7,75, in una scala da 1 a 10. 
Quando si tratta di ottenere informazioni o sciogliere dubbi sulla raccolta differenziata, rispetto alla media nazionale i sardi sono gli italiani che più di tutti utilizzano la guida cartacea distribuita dal Comune (54% vs 41% di media), mentre si avvalgono molto meno frequentemente dei motori di ricerca (25% vs 38,5% nazionale). Spesso consultano anche il sito web del Comune di appartenenza (36% vs 27% nazionale) e, più di rado, i siti dei consorzi che si occupano di raccolta differenziata (9% vs 16,5 nazionale).

La raccolta differenziata di carta e cartone in Italia  

 Nel 2019, in Italia sono stati raccolte complessivamente 3,5 milioni di tonnellate in carta e cartone, con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente. A livello nazionale, si registra un importante miglioramento anche sotto il profilo qualitativo dei materiali a base cellulosica avviati a riciclo: la media di frazioni estranee riscontrate nella raccolta differenziata di carta e cartone effettuata dalle famiglie è scesa sotto la soglia del 3%, mentre è rimasta costante quella derivante dai circuiti commerciali. 
Risultati complessivamente positivi che descrivono un settore in salute come confermato anche dal tasso di riciclo degli imballaggi, attestatosi nel 2019 all’81% con un ritmo di crescita che rende fattibile centrare con largo anticipo l’85% che l’Unione Europea ha fissato come obiettivo 2030