28/10/2015

“Doggy Bag – Se avanzo mangiatemi” arriva a Bergamo

Il progetto è promosso da Comieco in collaborazione con Slow Food Italia,  con la regia dell’arch. Michele De Lucchi e del prof. Andrea Kerbaker

Il contenitore d’autore “porta avanzi” di Comieco e Slow Food arriva nei ristoranti di Bergamo. Dopo Milano (e a breve a Roma), infatti, il progetto “Doggy bag – se avanzo mangiatemi”, nato con lo scopo di ridurre le quantità di alimenti buttati via e di stimolare un cambio di mentalità in ristoratori e clienti, è stato presentato presso la Sala del Comune di Palazzo Frizzoni alla presenza del sindaco Giorgio Gori, del Direttore di Comieco Carlo Montalbetti, Lorenzo Berlendis di Slow Food, lo scrittore Andrea Kerbaker e il consigliere comunale Niccolò Carretta.

Trasformare un problema in opportunità e far partire una rivoluzione culturale: con questi obiettivi nasce il progetto “Doggy Bag - Se avanzo mangiatemi”. Il progetto, realizzato in collaborazione con Slow Food Italia, ha subito incontrato l’adesione entusiasta di importanti esponenti della cultura italiana come l’arch. Michele De Lucchi e il prof. Andrea Kerbaker che hanno coordinato un team di professionisti chiamati a fare della doggy bag un vero e proprio oggetto d’autore. Parliamo dei designer Giulio Iacchetti, Matteo Ragni con Chiara Moreschi e Francesco Faccin per la progettazione di tre diversi contenitori per cibi e bevande e degli illustratori Olimpia Zagnoli, Beppe Giacobbe e Guido Scarabottolo che hanno illustrato ad arte le confezioni.

Il progetto “Doggy Bag - Se avanzo mangiatemi” è la risposta italiana di chi ha deciso di dire no agli sprechi alimentari: la doggy bag diventa così il prodotto alla base di una vera e propria rivoluzione culturale che coinvolge tutti gli attori della filiera della ristorazione, dallo chef, al team del ristorante ai clienti i quali, forti della grande carica d’ironia e di umorismo di cui sono vestiti i contenitori per vino e alimenti, non dovranno più sentirsi in soggezione nel portare a casa quanto rimasto a fine pasto.

L’idea nasce dalle situazioni in cui ognuno di noi si è trovato almeno una volta: rinunciare ad accompagnare la cena in un buon ristorante con una bottiglia di vino perché i commensali sono troppo pochi per terminarla oppure arrivare a fine pasto e non godersi il dolce perché, si sa, lasciare la torta nel piatto non sta bene ed è proprio un peccato soprattutto quando si tratta di buona cucina.
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