Gli artisti oggetto di questo nuovo articolo non sono frequentatori del mondo delle gallerie, delle biennali d'arte o di mostre museali, ma del più concreto e frenetico ambiente della pubblicità, impegnati a immaginare e costruire scenografie per spot pubblicitari di altissimo livello.
Si tratta della coppia Andersen, fratello e sorella con studio a Londra, creatori di stupefacenti animazioni per cortometraggi commissionati da clienti illustri e con illimitate disponibilità economiche.
Per chi ha una consuetudine con il mondo della creatività artistica, c'è una marcata differenza tra il lavoro commerciale e gli ermetici prodotti della ricerca pura che abbiamo approfondito in precedenti articoli. Anche se il lavoro pubblicitario sembra spartire, a volte, le metodologie e gli effetti del mondo della ricerca artistica, sono diverse le rispettive finalità. Il prodotto commerciale si rivolge a un pubblico generico e vuole, innanzi tutto, mandare un messaggio chiaro e tecnicamente perfetto, concepito per la riproduzione attraverso i mezzi di comunicazione di massa; la produzione del mondo dell'arte è rivolta a un pubblico selezionato, che ha strumenti culturali per comprendere il messaggio oltre l'apparenza immediata, e non è quindi troppo attento alla qualità tecnica del manufatto.
Nel caso dello studio Andersen siamo di fronte a una raffinatezza intellettuale che potrebbe appartenere a quest'ultima categoria associata a una freschezza inventiva e a una superlativa capacità di ottenere preziosi effetti con la carta.
Questo atelier multimediale, che spazia dalla grafica alla cinematografia, è stato fondato nel 2001 da Martin Andersen seguito a qualche anno di distanza dalla sorella Line. E' impressionante il curriculum della coppia: due leoni d'oro al Festival di Cannes, tre premi Clio per lo spot "Going West" che ha avuto più di tre milioni di clic su You Tube.
I loro clienti, per citarne solo alcuni, annoverano Accenture, Alfred Dunhill, American Express, Cartier, Martini, Nokia, Sony Ericsson, South Bank Centre, Thames & Hudson.
Abbiamo rivolto a Martin Andersen alcune domande sulla sua formazione ed attività professionale.
Esiste in Inghilterra una tradizione dell'intaglio, delle scuole dove si apprenda questa tecnica e un pubblico che la segue con attenzione? Dove hai ricevuto la tua istruzione in questa disciplina?
Io credo che ci sia un generale rinnovato interesse per la manualità, l'intaglio della carta è solo un esempio, perchè le persone creative sono stanche di passare le giornate davanti al computer. La carta è un materiale semplice, a buon mercato e che può dare risultati notevoli.
Per quel che riguarda la nostra formazione, siamo autodidatti e abbiamo imparato in casa, fin da piccoli, a fare bellissimi intagli.
Ho notato che avete ricevuto i più alti premi e riconoscimenti nella pubblicità ma siete meno apprezzati nel mondo dell'arte. L'equivalente dei vostri traguardi in questo campo potrebbero essere la Tate Modern o una galleria come White Cube.
Cosa pensi di questa dicotomia, ti sembra possibile per un artista poter percorrere con successo entrambe le strade?
Non è qualcosa a cui pensiamo o aspiriamo. Viviamo entrambi del nostro lavoro commerciale. Comunque siamo fortunati che tutti i nostri clienti ci consentano la massima libertà e fiducia per poterci esprimere liberamente. Tutte le nostre animazioni sono realizzate a mano senza l'uso del computer. Questo significa che non si può semplicemente premere "Undo" durante il processo creativo. Tutto dev'essere pensato in anticipo e questo richiede la massima fiducia dei committenti, aspetto per noi fondamentale e raro da trovare oggigiorno.
Il nostro lavoro commerciale finanzia quello sperimentale (musica, film e fotografia) che creiamo per accrescere la nostra soddisfazione e cultura personale.
Non abbiamo mai perseguito una carriera nel mondo dell'arte ma ci divertiamo a creare lavori per noi stessi e siamo collezionisti di libri d'arte. Il nostro lavoro commissionato è stato comunque esposto in dodici Paesi e pubblicato in tutto il mondo. Ma è attraverso il lavoro commerciale che ci guadagniamo da vivere.