17/12/2013

La Galleria Rubin incontra Sumakshi Singh

Con questo articolo facciamo la conoscenza di Sumakshi Singh, giovane artista di Nuova Dehli con una carriera internazionale. Singh è stata in Italia in due occasioni: nel 2009 ospite di una residenza internazionale presso la Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e nel 2012 al museo MAXXI di Roma partecipante alla mostra Indian Highway. Le domande che abbiamo rivolto a Sumakshi Singh hanno ricevuto risposte molto esaurienti ed è per questa ragione che passiamo subito all’intervista.

Singh potrebbe raccontarci perchè la carta riveste un ruolo tanto importante nella sua produzione artistica?

L’immediatezza della carta permette un’espressione spontanea. La carta non oppone resistenza ed è sempre pronta a ricevere. (…) Mi piace la semplicità e l'umiltà della carta. E’ un materiale di uso quotidiano, che passa nelle mani di tutti, e questa “universalità” facilità le persone nella comprensione della magia dell’opera d’arte. (…)

Alcune sue installazioni trascinano lo spettatore all’interno dell’opera in una situazione che è vissuta e rappresentata, nello stesso tempo reale ed immaginaria. Da quali esperienze e pensieri trae ispirazione e come si è evoluto il suo lavoro nel tempo?

Io preferirei dire " invitare " piuttosto che " trascinare " :-)
Penso che per la maggior parte di noi, il nostro senso di "realtà" sia allo stesso tempo vissuto e interpretato, frutto delle percezioni del mondo “esterno” sommate a ciò che è elaborato interiormente. Dopo che sono venute a mancarmi delle persone care, camminare attraverso gli spazi che queste occupavano quand’erano in vita generava in me un forte turbamento. Avevo bisogno di rinegoziare il rapporto con tutti gli oggetti presenti. La mia conoscenza di cosa fossero e quale funzione avessero andava rimodulata con le sensazioni che la memoria suscitava in me. (…) Ho cominciato a disegnare e ad abbinare oggetti, pittura e architettura in un insieme che fosse ”illusione di uno spazio”.
I visitatori che entrano nelle mie opere provano una specie di tensione spazio-temporale: la prima impressione dello spazio permane ma si mescola con le nuove sensazione che hai entrando in esso. Queste percezioni si sovrappongono senza cancellarsi (vedi l’opera Mapping the Memory Mandala presentata nel 2008 alla Fondazione Camargo). (…)
La storia per me non è più una successione di fatti certi ma un equilibrio delicato di elementi fisici e mentali, fragile ed evanescente. (…)

Le scrivo da Milano, città in cui ha sede il bramantesco abside di San Satiro, capolavoro rinascimentale di prospettiva, e dove nel 1909 nacque il Futurismo (di Umberto Boccioni può trovare le sculture Sviluppo di una bottiglia nello spazio e Forme uniche nella continuità dello spazio) Questi due movimenti artistici, tanto lontani nel tempo, hanno avuto un’influenza sul suo lavoro?
Il mio lavoro ha tratto spesso spunto dalla storia dell'arte italiana, in particolare da affreschi, dipinti e manoscritti rinascimentali e pre-rinascimentali. (…) Nel 2009 , mentre ero in una residenza in Italia, ho potuto visitare gli affreschi di Giotto e Cimabue. Scoprivo nelle loro opere cose di mio interesse, come per esempio la “stratificazione delle storie”. Con questo termine mi riferisco alla trasformazione che le opere subiscono a causa dell’umidità, del calore e della luce … E’ la natura si rimpossessa del manufatto artistico e la sua azione si sovrappone a quella dell’artista. Un’altra cosa di mio interesse sono i sistemi imperfetti. Nelle opere degli autori pre-rinascimentali manca la chiarezza della prospettiva rinascimentale: c’è una straordinaria intensità nei loro tentativi d’inserire con precisione le figure nello spazio. (…) Queste opere iconiche -perché prodotte e riprodotte nei manuali di storia dell’arte- viste da vicino sono di una sconcertante fragilità fisica che sovverte silenziosamente la loro grandiosità culturale . (…)

Lei ha cominciato i suoi studi in India, li ha completati negli Stati Uniti (dove ha anche fatto esperienza d’insegnamento) ed ora espone in gallerie e musei sparsi per il mondo. La scelta di utilizzare la carta e i materiali leggeri (anche organici come funghi, muschi, arbusti) ha a che fare con la sua condizione di viaggiatrice? Quando concepisce un’opera pensa subito alle istruzioni per il montaggio e lo smontaggio?
Questo è parzialmente vero. È sicuramente più facile spostarsi per il mondo con minime quantità di materiali. Ma la scelta di quali materiali usare nasce da ragioni artistiche piuttosto che da motivazioni pratiche. (…) Lavorare con piccole unità mi facilità l’intervento negli spazi architettonici (…) Io sono indiana e nel mio paese gli alberi crescono addosso alle pareti delle case. Per me è così naturale pensare che lo spazio di una galleria o di un museo possa essere il “terreno” da cui far spuntare le mie piccole creazioni. (…)
Ho provato a scrivere le istruzioni per il montaggio ma è contro la natura del mio lavoro programmare o delegare. La presenza di aiutanti mi piace e la cerco perché arricchisce l’esperienza ma il mio lavoro consiste essenzialmente nell’essere io presente, di osservare e costruire un “sistema di rapporti” tra oggetti e spazio.
Per lo smontaggio invece lascio le istruzioni.

Potrebbe spiegarci in dettaglio la tecnica di esecuzione dei layered drawings e cosa vogliono rappresentare?
E’ così emozionante riuscire a scorgere cosa c’è dentro una crepa (…) e riscostruire attraverso piccoli indizi un intero set di storie che si sono verificate nel corso del tempo in un preciso punto dello spazio! I miei disegni a strati (layered drawings) sono come un muro che si sfoglia e rivela ciò che è nascosto sotto. Procedo in modo inverso a come le cose si deteriorano in natura. La mia è una costruzione precisa in cui il nuovo foglio di carta si sovrappone al precedente e le sbrecciature dell’ultimo sono poco più grandi di quelle che stanno sotto. In questo modo tutti gli strati sono visibili. A volte un disegno ne ha più di 30.

Singh partecipa con una sua installazione alla Biennale di Lione, prestigiosa manifestazione di arte contemporanea che ha inaugurato il 12 settembre e chiuderà il 5 gennaio 2014.

Per vedere e ascoltare Sumakshi Singh fate un clic qui.

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