La raccolta differenziata è economicamente conveniente per tutti. Ad affermano per la prima volta non è un'associazione ambientalista spinta da motivazioni ideologiche e culturali, ma una ricerca realizzata da un istituto indipendente che, conti alla mano, dimostra come tutti i soggetti interessati, cittadini, amministrazioni locali, imprese oltre all'ambiente urbano, avrebbero tutto da guadagnare sviluppando la crescita di questa attività.
Il riciclo dei rifiuti, fin da quando si è cominciato a parlarne negli anni 80, è sempre stato definito e percepito come un costo. Un necessario, inevitabile costo, giustificato solo dalla pervicace opposizione, che esprimevano ed esprimono tuttora le comunità locali alla costruzione di moderni inceneritori, anche di quelli che smaltendo i rifiuti garantiscono il recupero di preziosa energia: i cosiddetti termovalorizzatori.
Nonostante la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti urbani vengano considerati elementi decisivi da tutti i più accreditati indici della qualità della vita in Italia, l'opinione corrente dei commentatori tende ancora a giudicarla una pratica molto onerosa di cui si potrebbe fare a meno grazie alle nuove tecnologie di trattamento, scegliendo la via maestra della termovalonizzazione, soprattutto di carta e plastica, materiali particolarmente adatti a questa forma di smaltimento per il loro alto potere calorifico.
Il riciclo è un onere che, secondo l'opinione dei suoi critici, ricadrebbe soprattutto sulle spalle dei cittadini, i quali sono continuamente chiamati a far fronte all'aumento della tassa sui rifiuti, spinta in alto dal costo di un servizio di gran lunga superiore al valore dei materiali recuperati, nonostante i contributi versati dai consorzi nazionali di filiera.
Ebbene, da oggi questa opinione diffusa può finalmente venire definita un pregiudizio: la raccolta differenziata e il riciclo sono economicamente convenienti, anche se non si tiene conto dei benefici ambientali e sociali che l'operazione produce.
Dalla ricerca, realizzata da Agici finanza d'impresa e coordinata dal prof. Alessandro Marangoni, docente di gestione delle utilities all’università Bocconi di Milano, emerge che, per quanto riguarda la raccolta differenziata di carta e cartoni, il riciclo di questi rifiuti urbani produce ricavi doppi rispetto ai costi. L'analisi, che è stata commissionata da Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo di imballaggi a base cellulosica), prende in esame i risultati di sei anni di raccolta differenziata in Italia ed evidenzia come i ricavi - quantificati complessivamente in oltre 1 miliardo di euro - superino di gran lunga i costi complessivi che si fermano a circa 430 milioni di euro. Il conto è semplice e non occorre essere un esperto per verificarne l'evidenza.
I ricavi sono dati da quattro voci: valore dei materiali recuperati, risparmio sui costi di smaltimento, risparmio sui costi di emissione, nuova occupazione generata dall'attività. I costi sono quantificati in: spese per la raccolta e mancata produzione di energia dovuta alla minore quota di rifiuti termovalorizzati. La cosa più interessante che emerge dalla ricerca è che la raccolta differenziata di carta e cartoni e il loro riciclo risultano più convenienti rispetto alle altre forme di smaltimento, anche se non si considerano le due ultime voci relative ai valori positivi prodotti dall'aumento dell'occupazione e dalla riduzione dell'inquinamento. In questo caso il saldo attivo del conto economico della raccolta differenziata si riduce da una quota superiore al +100% a quella comunque positiva e apprezzabile del +35%.
Se a questo dato nuovo si aggiunge poi quello già acquisito relativo all'impatto del riciclo dei rifiuti di carta e cartone sul sistema delle imprese, il risultato diventa ancora più eclatante. Basti pensare che il 75% del cartone oggi utilizzato nel nostro paese, non solo negli imballaggi, ma anche nell'edilizia, è prodotto con materiali riciclati. Nel settore cartotecnico il 90% delle scatole di cartone ondulato e il 75% di quelle di cartoncino pieghevole sono di materiale riciclato. Inoltre, se nel 1997 importavamo carta da macero per 1 milione di tonnellate l'anno, oggi siamo in sostanziale pareggio, con un positivo, anche se lieve, margine di export. I dati puri e semplici dimostrano dunque che il modello integrato indicato dalla legge Ronchi del '97 e il sistema messo a punto e attuato in questi anni da Comieco sono quelli vincenti, industrialmente, socialmente, economicamente e che i critici spinti da altri interessi hanno torto. La qualità della vita perseguita migliorando la qualità dell'ambiente con tecnologie leggere non è un'utopia o un lusso, ma un business che dà utili, produce occupazione e valorizza il contesto urbano.
Piero Capodieci
presidente Comieco