01/10/2014

Milano capitale dell'economia circolare: come trasformare i rifiuti in risorsa

Comieco nel Comitato Promotore di Milano Recycle City

Tre giorni di appuntamenti internazionali per Milano Recycle City. Da Tokyo ad Hong Kong, da Mosca a Sao Paulo, da Washington a Johannesburg: le principali città aderenti a C40 saranno ospiti di Milano per un workshop di due giorni sui sistemi di raccolta e trattamento dei rifiuti urbani.

Da decenni lo sviluppo sostenibile è uno dei temi di cui si dibatte nei convegni in ogni parte del mondo. Fortunatamente negli ultimi tempi tale concetto comincia a riempirsi di contenuti: è in questa logica che si colloca l’incontro internazionale di Milano Recycle City, ideato e organizzato dal Comitato Promotore costituito da Amsa, Cic, Comieco e Novamont, in cui l’economia circolare diventa la declinazione operativa di uno sviluppo più in equilibrio con l’ambiente. Nell’incontro sono presentati alcuni esempi di filiere circolari che evidenziano come sia possibile creare occupazione, reddito e sviluppo in equilibrio con lo sfruttamento delle risorse.

L’Italia ha recuperato il terreno perso in passato e oggi rappresenta, in alcuni settori, un modello di riferimento a livello internazionale. Milano rappresenta sicuramente un modello di eccellenza e performance, avendo superato il 50% di raccolta differenziata: un risultato ottenuto grazie alla partecipazione dei cittadini milanesi e ad un efficiente sistema di raccolta porta a porta che ha coniugato la raccolta di carta, plastica, metalli, vetro con quella della frazione organica (con altissimi livelli di intercettazione dei residui alimentari pari a oltre 91 kg per abitante per anno). Per quanto riguarda la raccolta differenziata di carta e cartone, che ha superato i 60 kg pro capite, la capitale del Nord si posiziona al primo posto tra le città metropolitane con più di un milione di abitanti.

La raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio - 12,5 milioni di tonnellate nel 2013 - ha permesso di rafforzare ed estendere l’industria del riciclo dei materiali, grazie a questo importante apporto di materia prima seconda: per esempio, nel caso degli imballaggi cellulosici, questi sono costituiti per il 90% da carta e cartone riciclati. L’industria del riciclo dei materiali rappresenta circa 1.400 aziende della filiera degli imballaggi, con circa 37 mila addetti e un fatturato di 9,5 miliardi di euro.

La filiera dell’organico è cresciuta insieme allo sviluppo di una industria di chimica verde, che ne è stata contemporaneamente conseguenza e fattore di stimolo, in un esempio di gestione e sviluppo integrato pubblico/privato che ha consentito all’Italia di divenire una eccellenza internazionale; e un ulteriore ampliamento della raccolta in tutto il territorio nazionale potrebbe comportare ulteriori incrementi di reddito e occupazione.

Una ricerca Sda Bocconi del 2014 presentata alla conferenza internazionale ha evidenziato come, qualora la raccolta dell'umido venisse estesa a tutti i comuni italiani, si potrebbero creare 904 nuovi posti solo nella parte gestionale dei nuovi impianti di trattamento necessari, una riduzione di circa 7 milioni di tonnellate di CO2 e un valore di surrogazione di fertilizzanti chimici di 46 milioni di euro.
La raccolta differenziata degli imballaggi rappresenta il 42,3% delle raccolte domestiche - con la frazione cellulosica che arriva al 24,4% - ed è interamente destinata a riciclo; secondo uno studio di CONAI, dal 1998 al 2012 ha permesso di evitare la costruzione di ben 100 discariche sul territorio.
L’evento vuole anche essere l’inizio di un percorso di confronto e cooperazione tra città facenti parte di diverse reti ed associazioni quali ad esempio C40, ISWA International e ACR+, per individuare percorsi condivisi di miglioramento dell’efficienza dei sistemi di waste management nelle grandi città al fine di promuovere in maniera concreta il concetto di economia circolare, trasformando efficacemente i rifiuti in risorse.



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