04/09/2017

Novalia

Kate Stone è la vulcanica fondatrice di Novalia, che rende interattivi poster, imballaggi e altre superfici stampate, mescolando design e scienza per regalare esperienze magiche. Ci risponde dalla sua casa a New York, tappezzata da poster interattivi che, al suo tocco, attivano musiche e suoni.

Ciao Kate, vuoi presentarti ai nostri lettori?
Ciao, mi chiamo Kate Stone è ho fondato Novalia nel mio garage ormai parecchio tempo fa, con l'idea di dare interattività agli oggetti quotidiani attraverso la stampa. Viviamo in un mondo in cui siamo circondati da tablet, smartphone e altri gadget digitali con cui interagiamo toccandoli. Sono sempre stata affascinata dall'idea di portare questa interattività digitale negli oggetti comuni intorno a noi e d è proprio quello che facciamo su carta e altri materiali stampati.

Come ti è venuta l'idea di creare poster e altri oggetti interattivi?
Non c'è stato un momento preciso in cui ho avuto l'idea, è stato più un percorso. Il mio lavoro è conseguenza delle mie esperienze, di tutto ciò che ho fatto e delle persone che ho incontrato.... quello che sono, insomma. Sin da piccola cercavo di rendere interattiva la mia camera da letto, nascondendo cavi elettrici e interruttori; ero già ossessionata dall'idea di creare esperienze attraverso gli oggetti quotidiani. Poi sicuramente hanno influenzato il mio percorso gli studi in elettronica e la passione per costruirmi oggetti da sola. Dopo gli studi ho inoltre lavorato per un'azienda che stampava transistors e lì ho sviluppato un grande interesse per i processi di stampa. Quando ho iniziato Novalia nel garage di casa mia, mi sono chiesta come potevo usare i normali processi di stampa per creare apparecchi elettronici. Così ho iniziato a combinare tutte quello che avevo fatto in passato, concentrandomi più sulle esperienze che sulla tecnologia. È stato davvero un lungo processo appassionante e coinvolgente; adesso ripensare a come tutto è cominciato è un po' come guardare dalla cima della montagna dopo una lunga e faticosa camminata.

E' stato difficile sviluppare la tecnologia che impiegate?
E' stato difficilissimo, provavo a fare cose che nessuno aveva mai fatto prima con pochissime risorse economiche e scarsa attrezzatura; le persone intorno non credevano in me e in quello che facevo e mi sentivo dire spesso che stavo perdendo tempo dietro a cose inutili. Gli altri ingegneri ridevano del mio lavoro, ma il mio obiettivo non era fare colpo sulla comunità scientifica e creare oggetti tecnologicamente avanzati, ma oggetti magici che potessero regalare un'esperienza coinvolgente e stimolante a persone comuni. L'obiettivo di un creativo non è sviluppare grandi tecnologie, ma far sorridere gli altri; gli ingegneri e gli scienziati preferiscono stupire le persone con qualcosa di tremendamente complicato per sentirsi dire quanto sono intelligenti. Io invece ho sempre cercato di individuare tecnologie semplici, metodi produzione e materiali già esistenti e combinarli in modo innovativo per fare cose nuove. L'inchiostro conduttivo, che è alla base dei nostri lavori, esiste da 50 anni, la stampa da 500, sono tutte tecnologie semplici, replicabili ovunque e alla portata di chiunque.

Spiegaci bene come funziona la vostra stampa interattiva.
E' un processo molto semplice. Stampiamo un circuito con inchiostro di carbonio su di un adesivo, che applichiamo dietro ad un comune foglio stampato con la grafica desiderata. Il carbonio conduce l'elettricità... non è un super-conduttore, ma conduce sicuramente meglio della carta. Abbiamo poi una sottile scheda elettronica con un chip bluetooth che invia impulsi elettrici sui diversi percorsi grazie all'inchiostro conduttivo. Se schiacciamo con il dito sul foglio di carta in corrispondenza di un pulsante stampato e posizionato lungo il circuito, l'impulso torna indietro; la scheda calcola il tempo che l'impulso ci ha messo per tornare e “capisce” dove abbiamo toccato. Così può inviare un segnale ad uno smartphone tramite il bluetooth, facendo partire una determinata canzone o un video.

Come reagiscono le persone di fronte a uno dei vostri poster?
Di solito ridono, dicono Wow! e tirano per la manica qualcun altro dicendo “guarda qua, guarda qua!”. Se dovessi fare un film sul mio lavoro, più che mostrare le cose che faccio, inquadrerei i volti delle persone mentre le usano.

E i bambini?
Sono i migliori! Pochi mesi fa ho fatto dei workshop in una scuola nel Bronx per bambini non vedenti ed è stato interessante mostrare il mio lavoro a persone che non possono vederlo, ma possono toccarlo e sentire i suoni. La classe aveva poi un laboratorio a fianco, e in soli quindici minuti ho potuto improvvisare una scatola/batteria, con il materiale del laboratorio. I bambini si sono davvero divertiti!

Raccontaci quali sono le applicazioni della vostra tecnologia nel mondo dell'imballaggio.
Per Pizza Hut abbiamo creato una scatola di cartone della pizza che si trasforma in una console per il DJ. Un altro lavoro che ha avuto successo sono le copertine dell'album di DJ Qbert, con cui possiamo giocare a fare musica, toccando in diversi punti. Per l'apertura di un negozio Ikea a Memphis, abbiamo creato una scatola di cartoncino che riproduce il negozio e ha una serie di tasti che rappresentano le varie stanze della casa. Ogni tasto fa partire dei suoni registrati in un ambiente domestico, come il tintinnare delle grucce metalliche o un rubinetto che gocciola; con questi suoni puoi comporre un pezzo blues.

Adesso stiamo lavorando ad un libro che ha una pianola interattiva stampata sulla copertina. Oppure guarda questo Remix Book (dice Kate, iniziando a suonare la copertina di un libretto con le dita, ndr): ha una copertina musicale e, tramite un app, posso remixare sul mio smartphone la canzone che ho creato.

Ma Kate, oltre che una creativa e una scienziata, sei anche musicista?
No, no, non sono una musicista, ma mi piace creare oggetti che consentano a persone che non sono artisti o musicisti di divertirsi, trasmettere le loro emozioni ed esprimere la loro creatività. <br>Abbiamo fatto poster, imballaggi, allestimenti interattivi; adesso proponiamo anche un toolkit molto semplice che può essere usato da chiunque per creare oggetti interattivi. Comprende gli adesivi, le schede elettroniche e un'intuitiva app con cui possiamo collegare un device e programmare le immagini, i video o le tracce audio che si attiveranno quando tocco l'oggetto fisico. È molto semplice, è pensato per chiunque, non solo per makers o smanettoni, ma per creativi che possano così esprimere le proprio idee senza dover imparare codici o cose da ingegneri. Vogliamo vedere cosa riescono ad inventarsi gli altri usando la nostra tecnologia!

Wow! Il vostro toolkit sembra fatto apposta per noi. Raccontaci qual è il tuo rapporto con carta e cartone.
Mmh, domanda interessante per cui ho una risposta non proprio convenzionale. Io amo gli alberi; ogni week-end vado in un bosco e dormo la notte su di un'amaca piantata tra due alberi. Mi piace tantissimo guardare i rami, le foglie, prima di addormentarmi. Ho un rapporto decisamente intimo con gli alberi e di conseguenza anche con la carta!

La carta è solitamente considerata un materiale low-tec, ma può essere continuamente reinventata, come testimoniano le vostre creazioni. Come sarà la carta nel futuro?
Forse sarà un po' diversa da com'è adesso, ma sono certa che sarà ovunque. E con la carta sarà ovunque anche la stampa, che è il processo di produzione più diffuso al mondo e, forse, l'unico presente addirittura in ogni casa.

Novalia Ground 
Floor Regent House 133 Station Road Impington
CB24 9NP UK
http://www.novalia.co.uk
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